Psicologa Psicoterapeuta Roma

Chi di noi non conosce la sensazione di apprensione emotiva e fisiologica legata alla paura del primo appuntamento amoroso o al timore di non superare un esame?

L’ansia in un modo o nell’altro è una complessa miscela di emozioni, pensieri, comportamenti e reazioni fisiologiche che ci riguarda tutti.

Non a caso, l’attivazione fisiologica caratteristica dell’ansia (secondaria all’attivazione del sistema nervoso simpatico) è un meccanismo biologico fondamentale per la nostra sopravvivenza fin dalla preistoria.

In effetti, l’attivazione fisiologica ed emotiva innescata dalla fifa di trovarsi davanti a un mammut gigante ha permesso ai nostri antenati di fuggire immediatamente davanti a tale pericolo e di salvarsi.

Tuttavia, per quanto possa essere adattiva in molti casi anche al giorno d’oggi (per esempio per evitare di essere investiti da una macchina che si dirige verso di noi a cento chilometri orari) quando tale attivazione fisiologica ed emotiva raggiunge dei livelli eccessivi, non proporzionali alla pericolosità degli eventi, condizionando negativamente e in modo pervasivo la nostra vita affettiva e lavorativa, ecco che ci troviamo davanti a un disturbo d’ansia.

Degli esempi dei disturbi d’ansia che causano un grande disagio affettivo, sociale e lavorativo sono il disturbo d’ansia generalizzato, il disturbo di panico, la fobia sociale, le fobie specifiche (fobia dell’aereo, ragni ecc.) e il disturbo ossessivo-compulsivo (anche se dal DSM 5 non rientra più tra i disturbi d’ansia).

Tutti noi sperimentiamo dei momenti in cui ci sentiamo particolarmente giù di corda, meno motivati e propensi a socializzare.

Tuttavia quando questo vissuto persiste, inondando come uno tsunami ogni aspetto della nostra vita quotidiana, ecco che ci troviamo davanti a un disturbo depressivo.

In questo contesto cominciamo poco a poco a dormire troppo o troppo poco, alterare le nostre abitudini alimentari e ritirarci nelle nostre quattro mura di casa, allontanandoci dai nostri amici e parenti, non avendo più energie e interesse non solo per il lavoro, ma anche per i nostri hobby e per quello che ci faceva ‘brillare gli occhi’ in passato.

Alcuni individui alternano questi episodi con momenti di grande euforia ed energia, sentendosi molto sicuri di sé fino al punto di mettersi in situazioni rischiose e pericolose per se stesse o per gli altri (per esempio spendendo grandi somme di denaro, guidando a tutta velocità). In questo caso è probabile che ci troviamo davanti a disturbo bipolare, caratterizzato dall’alternanza di episodi depressivi con fasi maniacali o ipomaniacali (in base alla gravità e all’intensità dei sintomi).

Il cibo, fin dalla nostra nascita è una parte integrante della nostra quotidianità e acquista fin da subito una connotazione che va ben oltre l’aspetto biologico. Pensiamo al significato simbolico dell’allattamento, alle nostre prime feste di compleanno in cui torte e pizze accompagnavano festeggiamenti, giochi e risate con gli amici. Pensiamo anche ai nostri primi appuntamenti romantici in pizzeria o al ristorante.

Ecco che risulta facile capire come i disturbi alimentari alterino profondamente le dimensioni più significative dell’essere umano: il corpo, le relazioni e l’autostima.

Nell’anoressia nervosa per esempio, Il cibo diventa un modo per uscire da un senso di vuoto e impotenza estrema per acquisire l’illusione di avere finalmente un senso di controllo, autonomia e padronanza sulla propria vita. Non per niente la prima fase del disturbo è spesso chiamata ‘ luna di miele’.

Nella bulimia nervosa, le abbuffate sono spesso descritte dai pazienti come una vera e propria dipendenza molto simile all’abuso di alcol e all’assunzione di sostanze stupefacenti. Ancora una volta, il cibo acquista un valore simbolico molto profondo: esso viene desiderato, rifiutato, vomitato come espressione del conflitto tra l’illusione di essere padroni di se stessi e la dipendenza patologica .

Uno degli aspetti più significativi dei disturbi alimentari è l’interazione reciproca tra corpo e mente.

In effetti, i cambiamenti corporei secondari al digiuno e agli squilibri alimentari creeranno dei profondi cambiamenti emotivi e cognitivi, influenzando pesantemente la sfera psichica del soggetto. Per esempio, molti aspetti caratteristici dell’anoressia nervosa come l’ossessività e il perfezionismo, oltre ad essere delle caratteristiche di personalità che favoriscono l’insorgenza del disturbo, sono a loro volta peggiorate proprio dal digiuno e dalla carenza di nutrienti.